Coppia violenta:  la dinamica fra vittima e carnefice

Coppia violenta: la dinamica fra vittima e carnefice

La relazione di coppia può diventare un sistema chiuso e violento che intrappola i partner nel ruolo di vittima e carnefice.

Bice, 40 anni, insegnante brillante e bella con quattro figli in età scolare e pre-scolare, con voce bassa e roca, forse influenza ma anche vergogna: “Non ho il cellulare perchè me lo ha spaccato, si è rotto in cinque pezzi, perchè ho parlato con un suo amico e lui si è arrabbiato. Dice che sono soldi suoi, sono finiti tutti, non so come sia successo, io non ho il diritto di sapere… Ho parlato con il suo amico per capirci qualcosa… e lui lo ha saputo… e quindi urla ed improperi, offese a me ed alla mia famiglia di origine. Poi stamattina scherzi ed ironia, come se nulla fosse successo e quando mi sono mostrata offesa, indespettita ed arrabbiata è partito un calcio improvviso. Per fortuna mi sono girata di schiena. Lui è uscito di casa dicendo che non conto nulla, che i soldi sono i suoi e della sua famiglia.  La nostra famiglia ha notevoli spese, siamo in sei, io non riesco  a mantenerla solo con il mio stipendio.”

Quando le chiedo cosa pensa di fare, Bice mi dice che sa cosa fare, ma non ce la fa. Deve prendere una decisione da sola che riguarda tutta la sua famiglia. “I miei figli cosa pensareranno di questa separazione? E’ come toglier loro il padre .. E poi penso che fine farà lui, quanto starà male, ancora più di adesso… non si riprenderà mai!!!”

Questo scorcio di colloquio sintetizza i meccanismi psicologici sottostanti ad una violenza:

  • svalutazione e denigrazione della donna
  • paura del cambiamento (“devo prendere solo io la decisione di una separazione”)
  • paura della reazione
  • senso di colpa (“Che fine farà lui? Starà malissimo”)
  • negazione o minimizzazione di lui (ironia e scherzo)

Ancora più difficile diventa la comprensione del danno arrecato ai figli da un persistente clima di violenza e svalutazione vissuto fra le mura domestiche nonostante la violenza assistita sia classificata tra gli abusi dell’infanzia.  Bice però, si preoccupa di togliere il padre ai figli, come se la separazione della coppia significasse separazione dalla prole.

Anna, 50 anni, colf, con un’esperienza decennale di attacchi di panico, ricorda vividamente il terrore vissuto da loro, figlie, quando il padre ritornava a casa, perchè tutte loro vivevano in una costante situazione di allarme e poi, all’apice del litigio coniugale, “si scappava di casa per mano a mamma, fino a quando papà non si fosse calmato”

Come riporta il rapporto Save the children 

“I segni del dolore e della sofferenza sono meno evidenti e clamorosi ma non per questo non ci sono. E sono profondi e duraturi, impressi dall’aver assistito direttamente o indirettamente alla violenza sulle proprie madri.”

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In ultimo c’è da dire che è la coppia ad essere violenta e che il ruolo di vittima e carnefice è dato purtroppo dalla differenza culturale, psico-fisiologica, ontologica, fisica  tra il genere femminile e maschile.

Strauss (2007) (da Strauss R., Gelles R. Steinmentz S., Behind closed doors, (1980) Transaction Publishers) vuole quindi dimostrare come vi sia una simmetria tra i generi, sia nell’esercizio della violenza che nella sua eziologia. Ipotesi che, alla luce degli studi più recenti sulla teoria dell’attaccamento in età adulta, può trovare una sua fondata giustificazione.

La violenza all’interno della relazione di coppia può essere compresa, considerando due principi fondamentali evidenziati dalla Teoria dell’attaccamento. In primo luogo, il fatto che l’attaccamento soddisfa un bisogno fondamentale per la sopravvivenza: da questo punto di vista, quindi, la tenacia del legame di attaccamento è indipendente dalla qualità del rapporto. In secondo luogo, è bene tenere in considerazione il fatto che le persone, i cui bisogni di attaccamento sono stati frustrati, possono agire violentemente per riconquistare la vicinanza del partner, di cui era stata percepita la perdita o l’allontanamento (da F. Bergamo e P.Velotti).

Mentre la Teoria sistemica agevola la comprensione del fenomeno sociale quando ci descrive la coppia come un sistema, in cui le azione e reazioni dell’uno sono interconnesse a quelle dell’altra, con il solo obiettivo di mantenere l’omeostasi, ovvero l’equilibrio del sistema coppia.  I sistemi chiusi sono tipici delle coppie disfunzionali, che presentano emozioni disadattive, alti livelli di conflittualità, insicurezza ed eccesso di dipendenza. I legami violenti, a loro volta, sono sistemi rigidi e poco flessibili (Sander, 2002). Quindi una coppia “chiusa” e violenta intrappola i partner in un circolo vizioso, in cui l’escalation di violenza ha la funzione di regolare l’emotività della coppia per poi tornare (fase della riappacificazione).

Le teorie psicologiche servono a favorire l’analisi e la conoscenza del fenomeno, attivare azioni di prevenzione, elaborare interventi e trattamenti che portino le persone a stare meglio ed uscire dai circoli viziosi ma non a deresponsabilizzare e scusare gli autori di reati o gli uomini violenti.

 

Elisa Pappacena

 

 

 

Per approfondire

Legami che fanno soffrire. Dinamica e trattamento delle relazioni di coppia violente (Aspetti della psicologia) di Velotti, P. (2013)

Attaccamento e amore  di Grazia Attili (2004)

Immagine : Ninocare

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