Dall’illusione del gioco creativo alla dipendenza da gioco d’azzardo
Dall’illusione del gioco creativo alla dipendenza da gioco d’azzardo è il titolo del convegno del 16 e 17 novembre 2013 rivolto alla cittadinanza ascolana ed organizzato dall’Associazione antidroga picena.
L’evento ha visto coinvolto varie realtà territoriali impegnate sul tema. Molto interessante l’esperienza che è stata portata sulla vita di un gruppo di auto – mutuo – aiuto di giocatori d’azzardo nella città di Macerata. Il gruppo si è costituito dal nulla diversi anni fa, da un’analisi dei fabbisogni della cittadinanza fatta da un’associazione locale che ha sempre sostenuto la valenza dei gruppi AMA. Il gruppo è completamente autonomo ed autogestito, da aiuto alle persone che cercano di orientarsi e provano a richiedere un aiuto.
Dunque il supporto da pari nella dipendenza da gioco non è una metodologia di cura alternativa a quella professionale, sanitaria ma un sostegno, un aiuto ulteriore, nell’ottica che più interventi integrati formano una rete e che la rete sostiene di più di un singolo intervento.
Immaginiamo di essere acrobati la rete di protezione sottostante è un supporto di sicuro più funzionale di un singolo filo a cui ci si può solo aggrappare.
L’immagine dell’acrobata ci aiuterà molto anche nel tentativo di capire come ci si può autoregolare rispetto alle cosiddette dipendenze comportamentali (gioco, shopping, internet, sport) e in particolare nella dipendenza da gioco.
Sicuramente ci sono delle attività proposte che hanno maggiore probabilità di creare un’addiction come il gioco d’azzardo ed altre che hanno meno appeal. Sembra che, rispetto alle dipendenze da gioco, le slot machine siano il gioco d’azzardo che crea più dipendenza, mentre siamo il primo paese europeo consumatore di gratta e vinci. Di fronte al proliferare dei giochi d’azzardo (un gioco è definito tale quando è un gioco di alea, cioè che dipende esclusivamente dalla fortuna e ci si investono soldi con la speranza di una vincita) le statistiche dicono che l’1% – 3% della popolazione che gioca rischia di innescare una dipendenza da gioco.
La differenziazione dei giocatori patologici da quelli problematici e sociali è fondamentale:
- i giocatori sociali sono quelli che restano nell’area del gioco come divertimento, hobby;
- i giocatori problematici sono quelli su cui è più utile fare un intervento di prevenzione e sensibilizzazione perché sono quelli più a rischio di sviluppare una dipendenza da gioco o meglio di fare un passaggio, nel corso della loro vita, verso un utilizzo compulsivo del gioco;
- i giocatori patologici, invece, sono quelli che hanno sviluppato un’addiction e dunque possono avere una diagnosi di dipendenza secondo il DSM – IV o l’ IC10 (Manuali che classificano i disturbi psichici).
Cosa caratterizza il giocatore patologico? Ecco i criteri.
- È assorbito dal gioco, per esempio è continuamente intento a rivivere esperienze trascorse di gioco, a pianificare la prossima impresa di gioco, a escogitare modi per procurarsi denaro per giocare;
- Ha bisogno di giocare somme di denaro sempre maggiori per raggiungere lo stato di eccitazione desiderato;
- Tenta di ridurre, controllare o interrompere il gioco d’azzardo, ma senza successo;
- E’ irrequieto, irritabile, aggressivo quando tenta di ridurre o interrompere il gioco d’azzardo;
- Gioca d’azzardo per sfuggire problemi o per alleviare un umore disforico, per esempio, sentimenti di impotenza, colpa, ansia, depressione;
- Dopo aver perso al gioco, spesso torna un altro giorno per giocare ancora, rincorrendo le proprie perdite;
- Mente alla propria famiglia, al terapeuta, o ad altri per occultare l’entità del coinvolgimento nel gioco d’azzardo;
- Ha commesso azioni illegali come falsificazione, frode, furto o appropriazione indebita per finanziare il gioco d’azzardo;
- Ha messo a repentaglio o perso una relazione significativa, il lavoro, oppure opportunità scolastiche o di carriera per il gioco d’azzardo;
- Fa affidamento sugli altri per reperire denaro per alleviare la situazione economica difficile causata dal gioco, “operazione di salvataggio”.
Questi criteri, ripresi anche da un questionario (SOGS) dimostratosi molto efficace per valutare che approccio ha una persona nel momento in cui si avvicina ad un gioco, possono aiutarci a definire anche quali sono i fattori di protezione, che ci possono invece aiutare a mantenere il nostro equilibrio. E ritorna l’equilibrista!
Qualsiasi giocatore patologico che ha smesso di giocare dirà che non è possibile mantenere l’equilibrio, chiaramente è portatore di un’esperienza devastante che gli ha cambiato la vita. Ma non dimentichiamo che la fetta più grossa della popolazione è quella dei giocatori sociali o problematici.
Le strategie di auto-regolazione sono culturali e psico– fisiche. Ognuno di noi regola le proprie attività e sa (più o meno) come fare. Le persone che stanno intorno a noi solitamente sanno che consigli darci e quando aiutarci a trovare la regolazione su un’esperienza (non mangiare troppo perché fa caldo, non bere alcool se domani devi svegliarti presto, non fare sport quando devi andare a dormire, bere bevande calde se fa freddo, non fumare se hai la tosse, etc…). Questo accade anche con il gioco, il divertimento, lo shopping, le sostanze.
Ci sono dei criteri che ci possono aiutare a mantenere o riacquisire un controllo: avere una gestione del tempo e del denaro, curare e mantenere le relazioni affettive, amicali, familiari, rispettare impegni di lavoro o studio, avere altri hobby, avere una progettualità per la propria vita, trovare gratificazioni in altre attività, non essere sempre soli, evitare di rifugiarsi nell’addiction quando si ha uno stato d’animo negativo. Sembra un lavoro di equlibrismo complicato, ma in realtà è molto naturale, averne la consapevolezza aiuta ed utilizzare tali strategie aiuta a riacquisire un potere ed un controllo.
Come diceva Nietzsche in “Così parlo Zarathustra”:
“..nell’uomo autentico dimora un bambino, che ha tanta voglia di giocare. Giocare è inventare, immaginare, costruire ed arrivare ad una gara, competizione…”
Elisa Pappacena
No Comments