Dipendente da smartphone: e tu?

Dipendente da smartphone: e tu?

Ebbene si, lo ammetto! Anche io sono vittima della tecnologia, ma si può dire che io sia dipendente da smartphone?

L’altro giorno, come altri prima di esso, mi sono ritrovato con il cellulare in mano senza un motivo specifico, spingendo qualche tasto qui e là, vagando un po’ tra le varie  app, cambiando le caratteristiche del wallpaper. La volta precedente ero invece intento a controllare la posta; quella precedente ancora avevo aperto quel giochino così interessante e quella prima stavo navigando (anzi sarebbe più corretto dire stavo andando alla deriva) nel mare di informazioni, che il mio browser mobile, mi rimandava sulla schermo.

Ma cercavo qualcosa?

Forse all’inizio si, ma poi mi sono lasciato trascinare dal flusso della marea e, link dopo link, mi sono ritrovavo a seguire una rotta che ben poco, o sarebbe meglio dire nulla, aveva a che vedere con il mio bisogno di partenza… e così via con facebook e tutte quei magnifici e imperdibili post degli amici, degli amici degli amici, delle inserzioni a pagamento (ops, ‘sponsorizzate’ è più politicalmente corretto), il gioco a cui gioca il conoscente dell’amico e che si propaga come un virus su tutte le cerchie e le conoscenze, ma non vi preoccupate che, si è un ospite un po’ invadente, ma lo fa con cortesia, anzi vi dice “Ehi! Guarda che quel tuo amico sta giocando con me, e visto che lo fa lui, che non sarà mica stupido (sta nelle tue cerchie! E tu non hai scelto di inserirci quel tipo di persone… VERO!), mi autorizza a invitarti a giocare anche a te! Eh si, è proprio galante questo giochino o questa app, peccato che poi ti rubi qualcosa, tempo ed attenzione in primis… E’ proprio come quell’affascinante personaggio che seguivo quando ero più piccolo…. Quel tale…. Come si chiamava… Ah si! Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo, dove il rapinato, pur essendo dispiaciuto per il furto e magari inveendo pubblicamente verso quel malandrino, mostrava quella faccia stupita di chi è compiaciuto dalla scaltrezza ed eleganza di quel furto.

…Poi all’improvviso è come se mi fossi (per un attimo) risvegliato, come se avessi (sempre per un attimo) preso coscienza della situazione: stavo cercando di controllare la mia ansia con dei gesti inutili e con l’illusione di essere impegnato in qualche cosa.

C’è qualcosa di male in questo? Assolutamente no, per fortuna sono una persona mediamente nevrotica.

Ma allora quando è che potrei essere definito dipendente da smartphone?

La prima risposta che mi viene in mente è: quando mi danneggia.

Ma mi rendo conto che è una definizione poco chiara; cos’è che danneggia un dipendente da smartphone?

Andiamo per gradi.

La dipendenza da smartphone (ma diciamo in genere da internet) è direttamente misurabile con il tempo passato li davanti allo smartphone, un primo segnale è, quindi, quando comincia a sottrarre tempo e spazio a tutte le altre attività della vita quotidiana.

Si inizia, ad esempio, sacrificando un po’ di tempo allo sport praticato, qualche ‘oretta’ alla formazione e allo studio. Il tutto con l’inconsapevolezza che sta aumentando il tempo passato davanti allo smartphone. Certo alcuni segnali ci sono, come una diminuzione di entusiasmo e di interesse per le altre attività, una irritabilità maggiore, un senso di frustrazione, ma sono segnali piuttosto vaghi e sicuramente molto deboli rispetto ai grandi vantaggi difensivi che ne ricaviamo.

Con il passare dei mesi poi, la situazione si dimostra non essere una semplice tattica per ‘staccare un po’ e il tempo che spendiamo con il nostro ‘amato’ è aumentato notevolmente, fino a ricoprire diverse ore della nostra giornata.

 

to be continued

Gianpaolo

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