La materia dei sogni

La materia dei sogni

“Siamo fatti anche noi della materia
di cui son fatti i sogni;

e nello spazio e nel tempo d’un sogno
è racchiusa la nostra breve vita.”

Famosa e celeberrima frase di Shaekespeare riferita ai sogni, spesso interpretata in chiave romantica ma abbastanza triste.  Pronunciata dal Re Prospero mentre abbandona la sua isola, ed affidava sua figlia al suo innamorato.

Ma cosa sono i sogni?

I sogni sono produzioni della nostra mente (subconscio ed inconscio) nella fase di sonno REM. Il sonno che facciamo durante una notte si divide in 4/5 cicli in cui si alternano varie fasi del sonno che hanno caratteristiche e funzioni differenti.

Quando ci addormentiamo passiamo, man mano, dalla fase 1 del sonno, in cui inizia la fase di addormentamento, alla fase 4, di sonno profondo e sincronizzato. Dopo i 4 stadi subentra la fase di sonno REM (rapid eye movements) dove c’è un completo rilassamento muscolare in contrasto ad un rapido movimento oculare ed a un tracciato elettrico corticale fortemente desincronizzato come la veglia. In questa fase, secondo le neuroscienze, produciamo i sogni, anche quando non riusciamo a ricordarli. Questa deduzione deriva dagli esperimenti in cui risvegliando le persone in fase Rem si è potuto costatare che, quasi sempre, raccontavano ciò che stavano sognando.

 Alternanza delle fasi (stadi) nei 4 / 5 cicli per notte

Le fasi del sonno - sogniUn grande studioso del sonno e dei sogni, in Italia, è stato Mauro Mancia (anni ’70 – ’80) perché si è occupato di neuroscienze e di psicoanalisi. Le due discipline che si sono interessate a pieno titolo dell’argomento. Le neuroscienze misurano e studiano il sonno ed i suoi processi in laboratorio misurando le onde cerebrali, le loro modificazioni e le reazioni fisiologiche nella fase Rem e nelle fasi non – Rem. La psicoanalisi ha fatto dell’interpretazione dei sogni lo strumento per conoscere e teorizzare l’inconscio, una parte della nostra psiche di cui non siamo consapevoli.

Mancia mette in risalto la necessità del sogno, giacché la mente ha bisogno di questo tipo di conoscenza per il suo sviluppo. Il sogno diventa quindi una religione della mente, qualcosa che svolge una funzione organizzatrice del mondo interno al fine di rappresentarne gli aspetti sacri o più importanti, di cui non siamo consapevoli.

La psicoanalisi – sostiene Mancia – è interessata al significato del sogno e alla possibilità di contestualizzarlo nella relazione analitica, collegandolo alla storia affettiva del sognatore e al transfert. Pertanto il contributo della psicoanalisi al sogno si differenzia da quello portato dalle neuroscienze, interessate a conoscere quali strutture sono coinvolte nella produzione del sogno e come questo evento può organizzarsi ed essere narrato.”

Diversi studi * dimostrano come una parte delle nostre esperienze lascia una traccia e provoca cambiamenti neurali in parte permanenti, anche se ciò avviene al di fuori della nostra consapevolezza. Questi cambiamenti possono influenzare le nostre reazioni all’ambiente, il nostro comportamento, e l’attività di pensiero. Quindi ci sono due grosse aree della memoria: una memoria dichiarativa o esplicita, e una memoria implicita, o procedurale, che non può essere portata alla coscienza, non può essere verbalizzata, che può essere soltanto rappresentata, a cui il sogno in particolare o qualche agito o qualche comportamento ci permette di risalire.

Ed ecco svelato a cosa attingono i nostri sogni.

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Come si formano i sogni?

Dopodiché parlare del processo attraverso cui si formano i sogni è molto affascinante e fantasioso. Sicuramente le grosse aree si mescolano tra di loro e ciò che è visualizzato nel sogno ha una rappresentazione che cela diversi significati ed interpretazioni. Possiamo paragonare il processo onirico al gioco dei bambini, oppure ad una composizione artistica: una scena teatrale, una tela ad olio, uno spartito musicale.

Nella nostra memoria implicita o nell’inconscio non valgono certo le leggi della logica ma governa la simbolizzazione. Processo psichico che porta alla formazione di simboli, al concepimento e all’espressione di nozioni, concetti, sentimenti, ecc. mediante simboli.

I simboli sono elementi, persone od oggetti della nostra coscienza, che rappresentano, oltre se stessi, anche altro e soprattutto contenuti inconsapevoli, che non arriverebbero alla coscienza in altro modo.

I sogni quindi ci appartengono sempre, non arrivano dal dì fuori della nostra psiche, possono essere la rappresentazione di un desiderio (vedi il grande Freud) o la rilettura di un episodio e di un evento della nostra vita, possono costituire un punto di vista che il sognatore non aveva preso in considerazione nella sua vita cosciente, possono essere sogni archetipici (vedi il mito Jung), figure dell’inconscio collettivo rintracciabili non soltanto in tutti i tempi e in tutti i paesi, ma anche nelle fantasie, nelle visioni e nelle idee illusorie di tutto il genere umano.

Tutti abbiamo curiosità sui cosiddetti sogni premonitori, ma non ci sono evidenze scientifiche, ma anche se ci fossero dei sogni con queste caratteristiche, in ogni caso, apparterrebbero alla nostra psiche e non a qualcosa che è fuori di noi e ci manda dei messaggi. Magari appartengono alla nostra capacità di prevedere le situazioni e rappresentarci il futuro.

 

Elisa Pappacena

 

Fonti:

* Cohen e Squire 1980;1984 -Schacker e Graf Tulving et al., 1982; Parkin, 1982; Weiskrantz, 1986; Damasio et al., 1989; Tranel e Damasio, 1993; Schacter, 1996

Sonno e sogni di Mauro Mancia - Laterza (23 marzo 2006)

Immagine: 2532354

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