Ludus è un progetto che prevede di conoscersi un po’ di più attraverso una metodologia che utilizza degli strumenti di tipo ludico.
Il presupposto è che non necessariamente le persone devono fare lunghi percorsi di consapevolezza per risolvere situazioni cruciali. A volte degli input che agiscono nel tempo, possono essere sufficienti per riattivare una area personale, fatta di potenzialità, desideri e sogni nel cassetto, che può essere stata trascurata o può essere rimasta indietro.
Nella vita quotidiana è molto frequente, e forse inevitabile, concentrarsi principalmente sugli aspetti più pratici delle situazioni.
Quasi sempre queste situazioni sono affrontate e risolte con automatismi e sequenze di comportamenti che abbiamo strutturato nel tempo e che sono risultate essere le migliori soluzioni per la risoluzione di quel determinato compito.
Tutto ciò ci permette di strutturare e portare avanti i nostri progetti a breve e medio termine in tranquillità e nella sicurezza.
Seguire la routine quotidiana, se da un lato ci fornisce sicurezze e stabilità, non solo a livello materiale ed economico, dall’altro restringe i nostri orizzonti limitando la piena espressione delle nostre potenzialità.
Può capitare, infatti che ci si ritrovi ad affrontare situazioni che risultano essere più urgenti e impegnative rispetto ad altre e può capitare che, abituati ad usare i medesimi comportamenti e atteggiamenti tutti i giorni, di trovarsi davanti ad un evento non facilmente risolvibile.
Quale è, allora, la migliore cosa da fare se i metodi di soluzione e azione quotidiana non funzionano?
Riattivare la parte più creativa di noi stessi.
Ma come farlo?
Innanzitutto ricavare negli impegni della giornata uno spazio, fisico e temporale, solo per sé stessi, Poi trovare delle modalità che ci permettano di attenuare il vissuto emotivo legato alla situazione e poi di cercare di attingere alle nostre risorse meno utilizzate, per cercare di vedere la/le situazione/i sotto un punto di vista differente, ma sempre personale.
Il percorso che abbiamo pensato segue questo schema di base. (fermati, rifletti, gestisci).
E per che altro potrebbe essere utile un percorso breve di questo tipo?
Per raggiungere un miglior benessere personale che si rifletta nella nostra vita sociale, per superare un momento di empasse nel quale ci sembra di esserci smarriti, per scoprire-riscoprire i nostri punti di forza e le nostre risorse; per limare quegli attriti, più o meno evidenti, che avvertiamo e che tendiamo a tralasciare, ma che ci irritano; per rendere le nostre relazioni di coppia più consapevoli, grazie alla scoperta di quanto noi portiamo all’interno del/dei rapporti interpersonali.
Non sempre i cambiamenti avvengono per grandi rivoluzioni, a volte degli input possono permetterci di fare piccoli cambiamenti, riscoprire delle nostre qualità e skills, che pian piano si espandono e si tramutano in una vita migliore.
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Com'è strutturato?
Chi ti accompagnerà?
Dott. Gianpaolo Bocci
Sono un professionista che nutre profondo rispetto per le persone, la loro situazione, le loro scelte e la loro e nostra unicità.
Sospensione del giudizio, empatia e curiosità sono le caratteristiche che più mi distinguono.
Il nucleo del mio lavoro è la relazione che si stabilisce tra gli individui e ho sempre avuto il piacere di costruire insieme alle persone che ho seguito un percorso di apprendimento e crescita reciproca.
Adotto una politica di prezzi contenuti poiché ritengo che occorra permettere a più persone possibili di poter usufruire di un sostegno psicologico se necessario.
Il mio percorso nasce sui banchi di scuola. Dalle superiori ho iniziato a approfondire l’area psicologica, arrivando poi a seguire questa mia passione fino al conseguimento della laurea in psicologia.
Ho sempre aggiunto dei nuovi tasselli al mio personale puzzle formativo: dalla formazione sistemico relazionale, a quella applicata alle risorse umane, all’approfondimento di tecniche e strumenti psicologici per individui coppie e famiglie, a quella più olistica, integrando nel lavoro ‘classico’ tecniche di rilassamento.
Ho potuto confrontarmi con le realtà più disparate, ho avuto il grande privilegio di lavorare in strutture quai comunità terapeutiche e centri immigrati, sperimentarmi nei servizi di salute mentale, attraverso le quali ho avuto modo di apprendere e coltivare il senso della professione, intesa anche come assenza di giudizio, ho potuto sperimentare direttamente la potenza della relazione terapeutica e la possibilità di cambiamento, anche in situazioni che sembravo assumere connotati di staticità.