Binge eating disorder: quando il cibo somiglia a pezzi di plastica

Binge eating disorder: quando il cibo somiglia a pezzi di plastica

Il mio titolo ” Binge eating disorder: quando il cibo somiglia a pezzi di plastica” riprende una metafora che ha utilizzato una mia paziente: “gli alimenti, il cibo non hanno più sapore ma somigliano a pezzi di plastica da ingurgitare”. Lei non sa più cosa le piace o meno, non sente il gusto delle cose che mangia ed ha perso l’elemento del piacere e della convivialità collegati al cibo.

Mangiare una grande quantità di cibo, in solitudine,  in un breve periodo di tempo, senza essere in grado di fermarsi e sperimentando una perdita di controllo ed una grande vergogna può essere, a tutti gli effetti, definita come una patologia.

Per la diagnosi specifica, di binge eating disorder, devono essere presenti più fattori e le abbuffate avvenire in media almeno 2 giorni la settimana per un periodo di 6 mesi;  gli episodi bulimici non si associano a regolari metodi di compenso tipo vomito o eccessiva attività fisica.

Autovalutazione per comprendere se siamo affetti da Binge eating disorder

Però non è necessario arrivare ad una diagnosi per capire che c’è qualcosa che non va nel nostro rapporto col cibo. Proviamo anche a fare un’autovalutazione.
I segni di avvertimento di un’alimentazione incontrollata possono essere fisici, psicologici e comportamentali. Riconoscere i sintomi e chiedere un aiuto o informazioni in merito è il primo passo per la risoluzione del disagio.

La disinformazione nutrizionale può contribuire alla confusione e al caos che è comunemente già sperimentata quando si tratta di cibo e corpo, perché siamo bombardati da messaggi pubblicitari e da retaggi culturali provenienti dalle generazioni del dopoguerra.

Proviamo ad elencare alcuni sintomi che, associati tra loro, possono essere campanelli di allarme, ed un modo per familiari ed amici di riconoscere la situazione ed apportare un primo aiuto:

 

  • Preoccupazione eccessiva per il cibo ed il peso corporeo
  • Vergogna per il proprio aspetto fisico
  • Sentimenti di angoscia e colpa per le abbuffate
  • Maggiore sensibilità ai commenti relativi al cibo, peso, forma del corpo, esercizio fisico
  • Ansia o irritabilità
  • Scomparsa o accumulo di grosse quantità di cibo
  • Isolamento e ritiro sociale
  • Mangiare molto velocemente
  • Mangiare grandi quantità di cibo anche se non si è affamati
  • Sentimenti depressivi
  • Riferire conflitti familiari
  • Disturbi gastronintestinali

 

E’ importante non confondere il Binge eating con l’Obesità, poiché l’alimentazione incontrollata può essere presente in persone sovrappeso come normopeso e non dipende dall’eccessiva fame.

Ci sono, solitamente, alimenti che tendono a scatenare le abbuffate. Essi contengono carboidrati e grassi, i quali sono responsabili del rilascio, a livello cerebrale, della serotonina, che induce sensazioni piacevoli. Quindi li potremmo definire cibi “comfort”, che possono essere usati  per sfuggire situazioni difficili o alleviare ansia e angoscia.

Le abbuffate hanno il ruolo di minimizzare i fattori che hanno scatenato l’episodio ma nel breve termine compaiono disforia e sentimenti di autosvalutazione.

Per la salute psico – fisica ci possono essere conseguenze abbastanza gravi:

  • Osteoartrosi – una dolorosa forma di artrite degenerativa in cui le articolazioni di una persona degradano in qualità e possono portare alla perdita di cartilagine
  • Problemi renali cronici o insufficienza renale
  • Alta pressione sanguigna e / o alti livelli di colesterolo che portano ad un aumento del rischio di ictus, diabete e malattie cardiache
  • Depressione

Cosa fare in caso di Binge eating disorder

Sicuramente possiamo sconsigliare

  • i tentativi di dieta drastici o fai-da-te perché possono innescare più episodi binge dati dalla privazione di cibo, portando ad un ciclo vizioso che è difficile, poi, da interrompere;
  • le scorte di cibo a casa

 

Mentre possiamo consigliare

  • di fare colazione sempre. Molte persone che soffrono di disturbi alimentari saltano la colazione. Ma, se si mangia di mattino a colazione, si può essere meno inclini a mangiare pasti più calorici nel corso della giornata;
  • di non isolarsi da amici e familiari, ricordando che vorrebbero aiutarci
  • di non trascurare i propri momenti di malessere chiedendosi da dove provengono e se sappiamo dare loro un nome.

Dott,ssa Elisa Pappacena

 

Per approfondire

http://coachingdipendenze.it/wp/2015/03/30/dipendenze/dipendenza-da-cibo/

 

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