Rilassamento psico-fisico: come raggiungerlo con il Training Autogeno
Il rilassamento psico-fisico è, in realtà, una conquista, uno stato a cui arrivare. Comunemente si individuano varie attività utili a rilassarsi: fare una corsa, prendere un aperitivo in compagnia, giocare con la play-station o alle slot-machine, bere un buon bicchiere di vino, fare shopping, etc…
Tutti noi individuiamo dei momenti della giornata in cui abbiamo necessità di rilassarci.
Il rilassamento psico-fisico presuppone un rilassamento fisico, e quindi di varie parti del corpo, che di conseguenza attiva un rilassamento mentale, il quale, per l’azione efferente ed efferente del sistema nervoso, incrementa il rilassamento corporeo.
Il sistema nervoso consta del sistema nervoso centrale, a sua volta formato da encefalo e midollo spinale, e dal sistema nervoso periferico, costituito dal sistema nervoso autonomo o vegetativo e dal sistema nervoso somatico.
Il sistema nervoso periferico, mediante i neuroni efferenti, capta i diversi stimoli interni ed esterni provenienti dalla periferia e li trasmette al sistema nervoso centrale (componente afferente del SNP). Qui i segnali vengono integrati e viene elaborata una risposta, la quale verrà condotta nuovamente alla periferia per mezzo dei neuroni simpatici e parasimpatici (componente efferente del SNP).
Il sistema periferico, altrimenti detto autonomo o vegetativo, è in grado di percepire gli stimoli e trasmettere i rispettivi segnali indipendentemente dallo stato di coscienza; ovvero questo sistema regola funzioni fisiologiche che non vengono percepite dall’uomo. *
Ora per riuscire a raggiungere un vero rilassamento psico-fisico occorre allenamento (training) e la possibilità di inviare “messaggi rilassanti” attraverso il nostro sistema nervoso centrale e periferico.
L’allenamento non deve far pensare ad impegno gravoso e faticoso ma ad un esercizio costante, anche di pochissimi minuti al giorno. Ciò che conta è che insegni ai nostri organi a rilassarsi e che possano così inviare messaggi di rilassamento al nostro cervello, attraverso il sistema nervoso periferico, ed avere segnali di rilassamento dal nostro sistema nervoso centrale.
Tutto ciò si può fare a partire dal respiro. L’esercizio del respiro è l’esercizio cardine da cui partono tutte le tecniche di rilassamento e meditazione.
Quando siamo nervosi e preoccupati tendiamo a respirare in modo superficiale (respiriamo con la parte alta dei nostri polmoni) e con maggiore frequenza, il nostro respiro diventa “corto” (ansia, asma). Al contrario, quando siamo rilassati il nostro respiro rallenta e diventa più profondo.
Ci basta fare una prova pratica per riprendere il controllo respiro e comprenderne l’utilità: si inizia a respirare lentamente, in modo ritmico, provando a sentire il flusso del respiro; ma soprattutto provando a respirare con l’addome (respirazione diaframmatica).
Nel training autogeno (tecnica di rilassamento molto nota e praticata) la caratteristica fondamentale è la possibilità di ottenere, attraverso esercizi che potremmo considerare “mentali”, delle reali modifiche corporee, che a loro volta sono in grado di influenzare la sfera psichica dell’individuo.
All’esercizio del respiro si affiancano esercizi di rilassamento per tutte le parti del corpo e gli organi. Questo amplifica l’effetto rilassante, e l’allenamento lo rende un processo automatico di cui neppure ci renderemo più conto, proprio come respirare.
In sostanza, il regolare e costante allenamento fa sì che la distensione e il benessere psicofisico non debbano più essere cercati attivamente, ma si producano in modo automatico e spontaneo, come dei veri e propri riflessi.
La posizione da tenere è da cercare con cura secondo la propria conformazione e stato psicofisico. Possiamo assumere una posizione da seduti, a terra o su una comoda poltrona, una posizione supina utilizzando cuscini o rialzi, una posizione a cocchiere appoggiando la testa sulle nostre gambe.
In conclusione si riesce a stare anche nell’esercizio della fronte fresca in cui si libera la mente dall’affollamento dei pensieri che ci rende la fronte cocente e ci richiama l’immagine del fumo che fuoriesce dalle orecchie (rabbia, emicranie, ipertensione
Elisa Pappacena
*Tratto da My personal trainer
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