Logica Lineare: giusta lente per la realtà?
Noi siamo abituati a leggere il mondo e quello che ci accade attraverso la logica lineare, il famoso binomio causa-effetto, per il quale viviamo un accadimento o subiamo una azione e il primo impulso che mettiamo in atto è la reazione.
In realtà non sempre reagendo agiamo utilizzando un comportamento adeguato alla situazione, ciò dipende da molti fattori, quello che importa sottolineare in questo momento è proprio il meccanismo che si innesca: la logica lineare.
Il binomio ‘Causa-Effetto’ è una logica semplice e fa sicuramente parte della nostra educazione e del nostro background culturale e scolastico: la fisica, ad esempio ci insegna che se compiamo una azione su un oggetto questo subirà dei cambiamenti, la mamma ci insegna che se saremo ‘bravi’, quando tornerà a casa saremo ricompensati, e di esempi di questo tipo ne possiamo fare moltissimi.
Ciò che impariamo è quindi che ad una azione, segue una reazione, che a sua volta sarà seguita da una ulteriore reazione. Tutto scorre quindi su di una immaginaria linea retta.
Ma la logica lineare funziona?
In realtà questo modo di interpretare le situazioni è limitante, si tratta infatti solo di ‘punteggiature della realtà‘, perché allargando il campo di osservazione ci rendiamo conto che esistono tutta una serie di fattori che non avevamo preso in considerazione. Ed ecco che la lettura della realtà inizia a divenire più complessa e causa-effetto divengono insufficienti per comprendere la complessità di un evento. La logica lineare permette di vedere l’accaduto come una estrapolazione di qualcosa di più grande, analizza un solo segmento che non è per forza rappresentativo del tutto. E’ come se avessimo davanti un triangolo scaleno e prendessimo un solo lato per conoscerlo. Una volta preso quel lato ci illuderemmo di conoscere tutte le caratteristiche del triangolo, in realtà non possiamo comprendere la realtà del triangolo perchè ogni lato è diverso.
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Ciò che facciamo utilizzando la logica lineare è generalizzare una nostra conoscenza parziale, illudendoci di aver interpretato la realtà di una situazione nella sua interezza, realtà che il più delle volte è più complessa e di fatto non possiamo conoscere estrapolandone una sola porzione.
Il risultato del meccanismo causa-effetto è che ci costruiamo un mondo parziale.
Questa operazione di riduzione di complessità accade anche quando conosciamo già la situazione, ma ne abbiamo delle informazioni parziali, o perché ci vengono taciute o perché semplicemente abbiamo sempre ragionato secondo una logica lineare, la stessa.
Ma allora perché continuiamo ad usare una logica così semplicistica?
Principalmente per economia, come tendiamo a risparmiare il nostro denaro, allo stesso modo cerchiamo di preservare le nostre forze e le nostre risorse fisiche e psichiche (abbiamo così tanto da fare durante la giornata!).
E così è più facile e meno dispendioso incolpare il nostro partner di un tradimento e magari buttarlo fuori casa, incolpare il nostro capo che non capisce il nostro reale potenziale, o imputare alla magistratura ingiusta una propria condanna, ecc…
Queste soluzioni semplici addirittura resistono ad una serie di prove contrarie (il venerdì 17 è un classico esempio al quale neppure io riesco facilmente a sottrarmi, nonostante tante cose siano andate bene proprio quel giorno lì).
Ma finché non recano danno o sofferenza non ci si fa caso, perchè continuano ad essere funzionali per noi, e anzi molte volte anche quando la strategia lineare non funziona , invece di cercare di allargare la prospettiva, si continua a riproporla, il più delle volte in modo sempre più convinto, perchè è la via che si conosce meglio.
Riprendendo l’esempio del partner che ci ha traditi è molto più facile ed ‘economico’ colpevolizzarlo, utilizzando la logica lineare: causa-effetto, ma se iniziassimo a ragionare attraverso quella che viene definita logica circolare ci potremo accorgere che magari lui si fa espressione di una situazione, di un equilibrio che non è più fonte di benessere, alla quale contribuiamo anche noi e della quale siamo corresponsabili. E alla fine scopriremo che la colpa è di tutti e due. Bella fregatura, no?
Gianpaolo Bocci
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