Steatosi epatica o più comunemente “fegato grasso”
A diverse persone è capitato, in seguito ad un controllo ecografico addominale, di leggere nel referto: segni di steatosi epatica! Ma cosa significa?
La steatosi epatica non è altro che una condizione caratterizzata dall’infiltrazione di grasso nel fegato (superiore al 5%).
Viene spesso diagnosticata casualmente attraverso una ecografia epatica, richiesta nella maggior parte dei casi dal proprio medico curante, in seguito a riscontro di valori elevati delle transaminasi (enzimi epatici, GOT e GPT), durante un controllo periodico delle analisi del sangue.
Che significato ha sulla nostra salute, trovare quegli asterischi in neretto, che stanno ad indicare che i nostri valori hanno superato il massimo consentito?
Per quanto riguarda gli enzimi epatici, ci dicono chiaramente che il nostro fegato è in una condizione di “sofferenza” e che le cellule di cui è costituito (epatociti), vanno incontro a danno, diventando più permeabili e rilasciando in circolo una quantità maggiore di queste molecole.
Quali sono le cause del fegato grasso?
La steatosi epatica è la conseguenza di sovrappeso e obesità (risultato di un’alimentazione ipercalorica, costituita da un alto contenuto di zuccheri semplici e grassi saturi, più uno stile di vita sedentario) che oramai colpisce in modo epidemico, adulti e bambini, tutti i paesi industrializzati!
In passato, avere il fegato grasso era considerato, una condizione benigna dagli stessi medici, i quali consigliavano sommariamente ai pazienti di seguire un’alimentazione più sana, senza alcool e senza fritti!
Negli anni a venire, è stato dimostrato che il “semplice fegato grasso”, se non trattato, può evolvere via via verso manifestazioni sempre più gravi e irreversibili, passando dalla steatoepatite (infiammazione del fegato) fino alla cirrosi, condizione in cui il fegato oramai risulta compromesso per sempre nella sua funzionalità, tanto da richiederne il trapianto!
Una volta fatta diagnosi di steatosi epatica, cosa possiamo fare per correggere questa condizione che, se trattata allo stadio iniziale, è ancora reversibile?
La terapia consiste nel perdere il peso in eccesso, modificare la qualità e la quantità dell’alimentazione e svolgere una regolare attività fisica!
L’alimentazione dovrà essere costituita da carboidrati complessi (pane e pasta integrale, legumi), buoni grassi mono-polinsaturi (olio d’oliva, noci, pesce azzurro), carne preferibilmente bianca, uova, frutta e verdura fresca di stagione: dovranno essere eliminati tutti quegli zuccheri semplici, presenti nelle bevande e nei succhi e consumati soprattutto dai bambini, in quanto è stato dimostrato essere i maggiori responsabili di fegato grasso riscontrato in questa fascia di popolazione!
Attenzione, inoltre, a quelle bevande ingannevoli, rivolte proprio ai più piccoli, che pubblicizzano “con fruttosio”, inducendo l’idea che questo tipo di zucchero, che richiama la frutta, sia meno dannoso dello zucchero comune, in realtà il fruttosio ha una capacità superiore di fare aumentare la quantità di grasso nel fegato!!
Un’altra attenzione va rivolta verso l’eccessivo consumo di merende a base di merendine e snack salati, ad alto potere calorico e scarsa sazietà, ricchi di zuccheri semplici e grassi saturi (innalzamento del colesterolo cattivo).
Attualmente, secondo, l’ultimo Report dell’ European Association for the Study of the Liver (EASL), un organo che si occupa della diffusione delle malattie del fegato in 35 paesi di area europea, si stima che il 25-30% della popolazione generale è affetto da steatosi epatica e, per quanto riguarda il nostro paese, uno su tre individui ne è colpito.
Il dato ancora più preoccupante riguarda la fascia pediatrica e adolescenziale: si stima che il 15% dei bambini ne sia affetto e che questa percentuale arrivi fino all’80% nei bambini obesi.
Il Professore Valerio Nobili, ricercatore e responsabile di epatologia, gastroenterologia e nutrizione del Bambin Gesù di Roma, ha condotto e pubblicato da poco uno studio, in cui è stato evidenziato che l’assunzione di idrossitirisolo, un fenolo contenuto nell’olio di oliva, migliora la condizione di steatosi epatica nei bambini.
Questo effetto, è dovuto all’elevato potere antiossidante di questa sostanza, che va a contrastare lo stress ossidativo e il danno a cui vanno incontro le cellule del fegato, infiltrate di goccioline di grasso.
Lo studio ha coinvolto 80 bambini con diagnosi di steatosi epatica: sono stati suddivisi in due gruppi da 40 ciascuno, un gruppo ha assunto 7 mg al giorno di idrossitirisolo, mentre l’atro gruppo ha assunto un placebo.
A distanza di 4 mesi, pur non cambiando nulla nell’alimentazione, è stato osservato che i bambini trattati con idrossitirisolo avevano migliorato la condizione di steatosi e che addirittura nel 60% dei casi si era risolta la condizione!
(Fonte studio: V. Nobili e coll. The antioxidant effects of Hydroxytyrosol and Vit E on Pediatric Non Alcholic Fatty Liver Disease, in a Clinical Trial: a new treatment? Antioxidant and Redox Signaling).
Naturalmente, raggiungere i 7 mg al giorno di questa molecola preziosa è impossibile con la sola alimentazione in quanto dovremmo consumare una quantità eccessiva di olio, il quale ricordiamo ha comunque un potere calorico alto (90 Kcal per 10 g, circa un cucchiaio da minestra non colmo) e quindi può essere attuata soltanto tramite somministrazione di integratori.
Lo studio ancora una volta ha messo in evidenza il potere “farmacologico”contenuto nell’olio di oliva, condimento principale della Dieta Mediterranea: il suo apporto di acidi grassi monoinsaturi buoni (acido oleico), vitamina E e altri antioossidanti, oltre l’idrossitirisolo, è in grado di contrastare patologie cardiovascolari e metaboliche e rallentare i processi di invecchiamento e danno cellulare, che sono alla base dell’insorgenza di diverse patologie tumorali!
A fronte di questi studi, mi piacerebbe mandare un messaggio a tutte le mamme:
proponete ai vostri figli, una merenda pomeridiana con una fetta di pane e olio, fra l’altro molto gradita ai piccoli, ne guadagneranno in salute!!!
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