Il nostro respiro tra storia, scienza e medicina

Il nostro respiro tra storia, scienza e medicina

Il nostro respiro è un movimento innato, naturale ed involontario che può essere controllato, però, dalla nostra volontà e modificato.

La respirazione è il primo atto di autonomia attraverso cui iniziamo a vivere.

Inoltre la respirazione è un processo che veicola un elemento fondamentale quale l’ossigeno.

Come funziona il nostro respiro: la scienza

Nel nostro corpo la respirazione agisce a due livelli: il livello microscopico ovvero cellulare ed il livello macrospico cioè il sistema polmoni – cuore

Il processo si compone di due movimenti l’inspirazione e l’espirazione. Nell’inspirazione l’aria entra nel nostro corpo attraverso le narici (in qualche caso anche dalla bocca) i muscoli pettorali si contraggono, il diaframma si appiattisce ed i polmoni si espandono, subito dopo, nell’espirazione si rilassano i muscoli intercostali e pettorali, il diaframma si solleva e si contraggono i polmoni. E’ proprio in questi due processi che possiamo intervenire volontariamente. Questi sono i processi su cui agisce l’esercizio del training autogeno. L’obiettivo immediato è quello di rendere la respirazione più lenta e profonda al fine di favorire l’ossigenazione di corpo e mente.

La respirazione migliore è definita bassa, conosciuta come respirazione addominale, profonda o diaframmatica. In essa si ha una leggera sporgenza della parete addominale conseguente all’effettiva entrata in funzione del diaframma che, abbassandosi, dà maggiore spazio ai polmoni, consentendone una migliore ossigenazione.

E’ possibile che per cattive abitudini, stress, ansia, malattie cardiache o respiratorie abbiamo acquisito una modalità di respiro alto o corto che ossigena poco e male i nostri organi ed il nostro cervello.

Quando al corpo arriva più ossigeno, molti benefici sono assicurati:

  • la circolazione sanguigna è stimolata,
  • organi e
    tessuti sono maggiormente ossigenati e hanno un miglior ricambio cellulare,
  • nel sistema nervoso si stabilizza la naturale alternanza tra sistema simpatico e parasimpatico

Il nostro respiro è un processo di scambio con l’ambiente esterno, in cui si sperimenta la polarità tra prendere e dare.

La respirazione, i polmoni e l’epidermide sono gli organi che abbiamo di contatto immediato e continuo con l’ambiente esterno.

Inoltre in moltissime culture il respiro è associato all’anima.

Come si arriva al nostro respiro: storia

Le lingue antiche usano la stessa parola per indicare respirare e anima o spirito. In latino spirare (respirare) e spiritus (anima o spirito) hanno la stessa radice, che poi ritroviamo nella parola inspirazione. In greco psyche significa respiro e anche anima. In sanscrito troviamo la parola atman, passata alla moderna lingua indiana, come atmen in tedesco che vuol dire respirare. In India una persona che ha raggiunto la perfezione viene chiamata Mahatma, che significa letteralmente ” grande anima ” e anche ” grande respiro “. Dalla filosofia indiana apprendiamo anche che il respiro veicola la forza di vita, che gli indiani chiamano prana. Nella storia biblica della creazione ci viene raccontato che Dio soffiò sulla zolla di terra e in questo modo l’uomo divenne un essere vivente.

 

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Sempre il linguaggio ci suggerisce  l’associazione tra il respiro o il modo di respirare e le emozioni che viviamo nell’unità mente – corpo. Per es. un’emozione forte ci “lascia senza fiato”, “senza respiro”; la paura ci blocca il respiro in gola; la gioia “apre i polmoni”; l’ansia ci rende il respiro affannoso, il panico da la sensazione di “stare per morire” (l’ultimo respiro).

Il nostro respiro e la medicina

Una delle più importanti scoperte delle Psiconeuroimmunologia (è la scienza medica che studia la relazione fra sistemi endocrino, neuroendocrino ed immunitario, dimostrando la loro inscindibile unità funzionale ed individuando nel sistema immunitario il principale tramite attraverso cui lo stato psicospirituale della persona influenza lo stato di salute) è che le emozioni hanno una componente biochimica ben precisa (neuropeptidi e i loro recettori) e che le emozioni sono il contenuto informativo che viene trasmesso nella rete psicosomatica in un processo che coinvolge organi e singole cellule, al pari delle informazioni anche le emozioni coinvolgono il corpo e la mente ed è noto come, ad esempio, gli stati emozionali modificano la frequenza e la profondità del respiro.

Non a caso in Oriente, dove vige una visione olistica della vita e proliferano le attività meditative, nel corso dei secoli si è posto un’estrema attenzione al controllo della respirazione come punto fondamentale su cui lavorare al fine di raggiungere il benessere del sistema mente-corpo e, in ultima analisi, la felicità.

Elisa Pappacena

 

Immagini: geralt

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