Insonnia: qual è il legame con la depressione?
Ancora oggi riusciamo a stupirci dell’affascinante equilibrio mente-corpo che regola il nostro organismo. Un recente articolo della dott.sa
dell’Università di Londra, docente di psicologia, ci porta a riflettere su come una variazione nell’equilibrio personale che costruiamo nel corso della nostra vita, possa portare ad uno squilibrio in altre aree del nostro essere. Il più classico esempio potrebbe essere quello legato alla dicotomia mente-corpo. Mentre normalmente li pensiamo e li viviamo come separate, queste due parti di noi interagiscono continuamente e così ci possiamo ritrovare a viverci emotivamente un raffreddore, una influenza, un’operazione, o anche la carenza di sonno. Dall’altro potremmo viverci fisicamente (con stanchezza o attivazione) emozioni e vissuti legati ad una depressione o ad altre variazioni del nostro umore e delle nostre emozioni. Il protrarsi di alcuni stati (come quello depressivo) può portare al punto di rendere difficilmente distinguibile ciò che ha innescato il processo. Allora cosa accade? Secondo noi il ‘lavorare’ per riequilibrare lo stato di benessere, può partire da qualsiasi sintomo, il risultato in caso di intervento benefico sarà riscontrabile su tutto il nostro essere. La dott.sa ci presenta alcuni studi la cui punteggiatura rispetto al binomio sintomatologico insonnia-depressione, punta maggiore attenzione al primo come area di intervento e partendo dal quale è possibile intervenire positivamente anche sulla sintomatologia depressiva.Insonnia e depressione: le correlazioni
L’insonnia è stata considerata storicamente come un sintomo secondario di altri disagi, come per esempio la depressione. L’idea era che essere depressi avesse come conseguenza l’alterazione del ritmo sonno-veglia. Nella categoria insonnia si facevano rientrare tutti i disturbi connessi al sonno: la difficoltà ad addormentarsi, periodi di veglia durante la notte o sveglie troppo anticipate.
Tutti coloro che hanno sperimentato la depressione o pensieri negativi costanti legati ad aventi stressanti come la perdita di un amore o un fallimento, sanno quanto effettivamente incida sulla qualità del sonno notturno.
Ma negli ultimi anni è apparso sempre più chiaro che i disturbi del sonno arrivino prima di un episodio di depressione, non dopo, contibuendo a smontare la teoria per la quale i problemi del sonno siano secondari rispetto ad altri disturbi.
Non è così difficile da credere- basti pensare a come ci si sente dopo aver dormito poco. Ci si può sentire ovattati o nervosi rispetto al mondo circostante. La letteratura scientifica sembra avvalorare la tesi che la nostra capacità di regolare le emozioni è notevolmente ridotta dopo una brutta notte di sonno. L’insonnia, secondo i criteri diagnostici è un fattore predittivo della depressione.
Le ricerche che correlano l’insonnia alla depressione
Se pensiamo ai meccanismi che si attivano nel cervello dopo una notte insonne possiamo trovare molti indizi sulla correlazione fra la depressione e il sonno. In particolare uno studio si è concentrato su una parte specifica del cervello l’amigdala. Si tratta di una parte a forma di mandorla situata nella profondità del cervello che si ritiene svolga un ruolo importante sulla gestione delle emozioni e dei livelli di ansia.
La ricerca ha riscontrato che i partecipanti, a cui era stata imposta una veglia ininterrotta di 35 ore, mostravano una maggiore reattività dell’amigdala a immagini emotivamente negative. Ed inoltre i collegamenti all’amigdala apparivano più deboli, ciò a riprova che i partecipanti erano forse meno in grado di controllare le proprie emozioni.
Un’ulteriore ricerca a conferma delle correlazioni fra l’insonnia e la depressione, analizza il legame fra il sistema immunitario e la depressione. Gli studiosi hanno scoperto che coloro che presentano sintomi legati alla depressione hanno livelli di infiammazione più altri. Il loro sistema immunitario appare attivato come se stessero combattendo un’infezione o stessero guarendo da un incidente. Quando soffriamo di insonnia o a abbiamo un ritmo sonno-veglia carente accade la stessa cosa: anche questo potrebbe essere il legame fra l’insonnia e la depressione.
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Cosa possiamo fare?
E’ da tempo che si lavora sui disturbi del sonno come metodo di trattamento o di prevenzione della depressione. Una ricerca dell’Università di Oxford in collaborazione con il centro Psicologico Self Help di Manchester ha confermato che il trattamento dei disturbi del sonno riduce i sintomi dell’ansia e della depressione. Hanno perciò consigliato ai soggetti analizzati di compiere alcuni passi quali ad esempio mantenere sempre lo stesso orario di sveglia, alzarsi dal letto quando non riescono ad addormentarsi o intervenire sulla mente cambiando il paradigma per il quale una notte di insonnia sia invalidante
I risultati hanno confermato che i sintomi della depressione dopo il trattamento sull’insonnia si sono ridotti. Altri ricercatori stanno verificando quanto i disturbi del sonno influiscano su altre patologie psichiatriche. Ma, anche senza aspettare i risultati, il messaggio è piuttosto chiaro: abbiamo bisogno di considerare il sonno come una priorità.
Gianpaolo Bocci
Articolo tratto e tradotto da
Immagine: Gellinger
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