Il training autogeno

Il training autogeno

Il mio incontro casuale con il training autogeno risale all’adolescenza quando mi è servito utilizzare l’esercizio del respiro per recuperare energie in un episodio di sovraffaticamento da studio.

Il training autogeno è una tecnica di rilassamento psicofisico che nasce negli anni trenta dallo psichiatra tedesco Shultz ed ha come precursori gli studi sull’ipnosi. La differenza fondamentale tra TA ed ipnosi è che il primo mira a rendere le persone che lo praticano indipendenti dal conduttore attraverso l’allenamento.

Il Training Autogeno non è basato sulla suggestione ma sul rallentamento delle funzioni vitali ( respiro, battito cardiaco, secrezione ormonale, onde cerebrali). Queste modifiche, che si producono con un adeguato allenamento poi divengono stabili, costanti ed automatizzate.

L’attività elettrica del nostro cervello in stato di veglia e coscienza è caratterizzato dalle onde beta, che sono onde cerebrali piccole, brevi, ravvicinate e non ben sincronizzate, che attestano un’intensa attività psichica. Il rilassamento produce un rallentamento delle onde cerebrali, le quali divengono onde alpha, più lente e meglio definite. Quest’ultima attività, simile al dormiveglia, permette uno stato di riposo e di elaborazione delle esperienze emotive e cognitive.

l TA non è soltanto utile nella cura di ansia, insonnia, emicranie, asma, ipertensioni, attacchi di panico, reflusso gastroesofageo, ma anche per atleti e sportivi in genere, nonché studenti e professionisti, in quanto aumenta la concentrazione e permette una migliore gestione delle proprie risorse.

Il Training Autogeno è costituito da due esercizi basilari ( esercizio del respiro, esercizio della pesantezza) e quattro esercizi complementari ( esercizio del calore, del plesso solare, del cuore e della fronte fresca). Per arrivare ad una pratica indipendente dal conduttore occorre un allenamento adeguato dai quattro ai sei mesi. Esso può essere svolto in tre posizioni differenti, sdraiati, seduti in poltrona o a cocchiere, anche se la posizione prediletta è quella supina senza incrociare ne braccia e ne gambe.

La mia esperienza di conduttrice di sedute di rilassamento in gruppo mi ha insegnato che le persone sono in grado di utilizzare le tecniche di rilassamento, apprese nel corso degli incontri, per le loro differenti esigenze e in fasi diverse della loro vita. Qualche cliente utilizza il training autogeno per addormentarsi in tempi più brevi, qualche altro per controllare la tachicardia o l’asma, qualche altro ancora per ridurre la secrezione gastrica. Alcune persone hanno provato spontaneamente ad utilizzare la tecnica di rilassamento per diminuire l’impulsività.

Ci possono essere, inizialmente, difficoltà a stare fermi anche se per un brevissimo tempo (quindici-venti minuti) perché i muscoli continuano a contrarsi oppure perché la nostra mente oppone resistenze, ma su questo ci viene in contro l’allenamento.

Alcune mie colleghe hanno fatto un’esperienza significativa dell’utilità delle tecniche di rilassamento con i bambini (specificamente mamme con bambini) per la gestione dell’iperattività e nei disturbi dell’apprendimento.

 

 

Elisa Pappacena

 

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